Alfredo Pirri

Alfredo Pirri, (Cosenza, 1957)

Vive e lavora a Roma, dove è uno dei più noti artisti attivi. Sempre a Roma ha frequentato l'Accademia di Belle Arti, prendendo il diploma in pittura.
Il suo lavoro al confine tra pittura e scultura, architettura e installazione s'impone all'attenzione del pubblico internazionale fin dalla metà degli anni ottanta.La materia, il volume, il colore e lo spazio sono i principali strumenti della sua poetica. L'originalità del suo lavoro risiede nell'utilizzo della pittura come veicolo di luce e della luce come elemento architettonico e spaziale. Lo spazio diventa paesaggio abitato da sculture plastiche in cui la superficie pittorica crea presenze di luce e ombre. L'arte di Alfredo Pirri crea un confronto armonico con l'architettura e tende costantemente alla creazione di un luogo archetipale, spazio abitabile e allo stesso tempo luogo di una funzione pubblica. Alfredo Pirri ha esposto i suoi lavori in numerosi musei e biennali, nazionali e internazionali, tra cui ricordiamo: MACRO Testaccio, Roma (2017); Fondazione Nomas, Roma; (2016), Museo Novecento, Firenze (2015); London Design Festival (2015); Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma con l'installazione semi-permanente "Passi" (2012-2016); Palazzo Te, Mantova (2013) e Project Biennial D-0 ARK Underground Konjic, Bosnia Herzegovina (2013), dove "Passi" è in esposizione permanente; Museo Archeologico Nazionale Reggio Calabria, con l'opera "Piazza", che integra lo spazio museale in modo permanente (2011); Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro (2007); Maison Européenne de la Photographie, Parigi (2006); Biennale dell'Avana (2001); Accademia di Francia a Roma -Villa Medici (2000); MoMa PS1, New York (1999); Walter Gropius Bau, Berlino (1992); Biennale d'Arte di Venezia (1988). Ha collaborato con gli architetti Nicola di Battista (attuale direttore della rivista Domus), Paolo Desideri (ABDR) e Efisio Pitzalis (Studio PROAP) Lisbona. I frutti di queste proficue collaborazioni sono stati esposti in una mostra-studio tenutasi alla British School of Rome nel Maggio 2015. Ha insegnato alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, all'Università La Sapienza di Roma, all'Accademia di Belle Arti di Urbino, all'Accademia di Belle Arti di Palermo, ed é attualmente docente di Pittura all'Accademia di Frosinone e Advisor in Visual Art per l'American Academy in Rome. Nel 2015 è scelto da AMACI (associazione musei d'arte contemporanea italiani) come artista guida dell'undicesima giornata del contemporaneo.

English

Alfredo Pirri is regarded as a well established artist, who originates from Italy, like other artists such as Bernhard Rudiger, Michela Baldi, Alessandro Procaccioli, Fabrizio Cotognini, and Luca Francesconi. Alfredo Pirri was born in 1957.
Alfredo Pirri was born in 1957 and was predominantly inspired by the 1970s growing up. The art sphere of the 1970s was characterized by a longing to evolve and reinforce itself, as a response to the many tensions of the previous decade. One of the most important movement of the 1970s was Conceptualism, which emerged as an offshoot of Minimalism, while the experimental, creative voyage of Process art emerged by combining essential aspects of Conceptualism with further considerations on art itself. The earliest ideas of environmentalism sprung from Land Art, which took art into earth itself, sculpting the land and bringing art to the outdoors. For the first time since the regression of Abstract Expressionism, Expressive figure painting slowly resurfaced and regained its status, particularly in Germany through the works of critically acclaimed figures Gerhard Richter, Anselm Kiefer and Georg Baselitz. The city of New York remained as the most prominent artistic hub of the decade, with global artists drifting through the downtown scene, visiting bars and art galleries, strengthening the idea of New York City as a cosmopolitan and refined cultural capital. In the eastern part of the globe, Japanese and Korean artists who held a strong interest in the European philosophy of phenomenology, associated with the Mono-Ha movement, exploring and shifting the frontiers between natural and industrial materials. Using stone, glass, cotton, sponge, wood, oil and water, they aimed to give life to artworks that would accentuate the ephemeral state of these various elements and their surroundings, playing with their interdependency.