Barcollo ma non mollo

a cura di / curated by Davide Di Maggio

ANNO 2003

Barcollo ma non mollo
GALLERIA DAVIDE DI MAGGIO, MILANO
Nicola Verlato. In mostra sono presentate cinque tele di grande formato in cui spicca la particolarita' del tema: corpi impegnati a combattere con ferocia e violenza tra loro. Sono gli ultras del calcio, i guerrieri, i guerrieri della domenica, i protagonisti di queste complesse costruzioni pittoriche. Sono folle in movimento e in contatto, figure che determinano nuove identita' spaziali irrompendo con vigore nel tessuto dipinto.

La galleria Davide Di Maggio - Mudimadue Berlin è lieta di presentare la prima personale berlinese di Nicola Verlato.

Verlato è un artista dai tempi lunghi e complessi.
I suoi quadri, dipinti a olio con tecnica magistrale e raffinatissima, necessitano di un attento processo di avvicinamento alla soluzione dipinta attraverso l'esame dello spazio che viene affrontato con bozzetti tridimensionali in plastilina e materiali vari, veri e propri studi plastici, che poi diventeranno disegni molto particolareggiati e dettagliati. Solo giunto al completamento ideale di tale processo, Verlato potrà  intraprendere la via del colore, atto finale di un progressivo avvicinarsi alla soluzione.
In mostra sono presentate cinque tele di grande formato in cui spicca la particolarità  del tema: corpi impegnati a combattere con ferocia e violenza tra loro. Sono gli ultras del calcio, i guerrieri, i guerrieri della domenica, i protagonisti di queste complesse costruzioni pittoriche. Sono folle in movimento e in contatto, figure che determinano nuove identità  spaziali irrompendo con vigore nel tessuto dipinto.
Ma c'è dell'altro, e a questo punto è lecito porsi una domanda: se gli ultras rappresentano l'ultimo avamposto di antagonismo sociale, pur mortificati dalla stampa bempensante e dal conformismo dei mezzi di informazione, specchio di un malessere strisciante nei confronti di un mondo che non va come dovrebbe andare, non è forse vero che la pittura si pone, oggi più che mai, come forza altrettanto antagonista di contro al sentire comune della pseudo-avanguardia che la vorrebbe retrò e conservatrice?